Essere grassa e incinta.

Sì, iniziamo così, con questa bella parola, un po’ scomoda: GRASSA.
Perché, ahimè, le cose vanno chiamate col loro nome e io non sono “Curvy” e basta, no, io sono in sovrappeso, diciamocelo chiaro.
Non mi vergogno assolutamente del mio aspetto, anzi mi piaccio abbastanza; preciso che sono in salute e le analisi ok, esteticamente sono abbastanza proporzionata per cui magari non sembra neanche che io mi trascini 20kg di troppo. Solo 15 dai.

A tutto questo mi si sono aggiunti 4 kg da inizio gravidanza, di questa piccola batuffola che deve arrivare.

E qua, il dramma.

I vestiti PREMAMAN.

Ma le case produttrici, lo sanno che anche noi taglia 50/52/54/ECCETERA, restiamo incinte?
Lo sanno che anche a noi piace essere comunque eleganti, sportive, casual, e quello che è?
Ma non lo sanno che anche a noi piace andare in giro vestite bene? Non con le camiciole della nonna anni ’80, quelle che indossano mentre ti preparano il tuo piatto preferito?

Il dramma peggiore, infatti, che ho riscontrato in questa gravidanza (e quindi mi è pure andata), è stato proprio il “cosa metto oggi?”.

Se ti va bene trovi due o tre abiti, riadattabili, un leggins e una maglia. Basta. Per loro devi campare di quello.

Sicuramente ci sono molti modi per riadattare qualche vestito, ci sono anche dei siti online dove trovare qualcosa, e ne ho anche spulciato qualcuno, ma o sei magro o sei ricco.
Sì, perché quei pochi capi carini che arrivano a taglie oltre la 44 se le fanno pagare a peso d’oro…e non parliamo neanche di tessuti come il cotone o la seta, no, parliamo dell’acrilico, quella cosa che ti fa puzzare e prendere fuoco appena metti una mano nella manica.
“Ah, ok.” è stata la mia reazione quando mi sono scontrata con tutto ciò.

Tra l’altro io sono abituata a tutto questo, essendo grassa la difficoltà nel trovare qualcosa di carino ed accessibile come prezzo è già una fortuna a livello quotidiano, ma mi sono sentita molto frustrata durante questo shopping in realtà solo qualche giorno fa.
Sì, perché la difficoltà c’è sempre stata, ma il senso di frustrazione non lo avevo ancora realizzato, siamo solo alla 31esima settimana, con calma.

Ho realizzato di non averne proprio più voglia quando mio marito, al posto mio, stava cercando qualcosa di carino per me, perché la stagione sta per cambiare e qualcosa per coprirmi questo autunno dovrò pur averlo, no? E mi ha detto “Ma qua arrivano solo alla M! Anche se sulla targhetta c’è scritto XXL, dove sono gli altri vestiti?” Lui era scioccato, scocciato, allibito, frustrato, prima ancora che potessi esserlo io.

In questo caso eravamo in una nota catena per neonati, articoli vari, pre-post nascita.
Per fortuna alla XXL ci arriva (quasi) tutto…

E gli assorbenti post-parto?

Una cosa enorme che ti mette l’ospedale in lista che devi prendere. Traumatizzante, aggiungerei.
Beh, io cercavo, per comodità mia, quelle a mutanda tutto-in-uno… per trovare la misura un dramma.
Ho cercato su internet prima di mettermi alla ricerca fisica di questo oggetto mistico, e vi assicuro che sono praticamente introvabili a meno che non abbiate una M, una 42/44 al massimo.

Sarà anche un brutto dato, ma la maggior parte della popolazione femminile non è una taglia 40/42 (in età adulta almeno).

Quindi io mi chiedo: perché è così tanto difficile pensare a noi altre che superiamo queste misure? Perché bisogna sentirsi inadeguate solo perché non sei una modella degli anni ’90 in cui facevi la fame per poter entrare nelle misure precise decise dagli stilisti?

Voi dove avete acquistato, o pensate di acquistare voi i capi premaman?
Sarete quelle donne che come me cercheranno l’abito apposta, già fatto o andrete di riarrangiamento?
Come vi fa sentire tutto questo divario tra una taglia e l’altra?

Dalla panzotta in crescita è tutto, un abbraccio,
Marvy