Maternità – “Allattamento a Rischio”

Diritti di cui nessuno parla

Quando resti incinta sembra di stare su una nuvola morbida e soffice.
Ti immagini che devi pensare alle visite, a goderti la pancia che cresce, dormire e mangiare.
Stop.

Poi improvvisamente scopri che devi scrivere all’Inps, all’asl legale se devi andare in maternità anticipata, chiamare e mandare email a lavoro; se poi resti incinta durante la pandemia dovuta al COVID-19 tutto diventa più “divertente”.
Tantissimo.

Non puoi andare di persona da nessuna parte, eppure nessuno al telefono sa davvero spiegarti cosa ti serve, per email scrivono metà delle cose e ti tocca rincorrere tutti gli enti avanti ed indietro (in casa, perché ricordiamoci della pandemia mondiale) fai dei solchi nel corridoio, ci impieghi un’intera gestazione a risolvere tutto e poi partorisci… e ancora non hai risolto, perché alla fine la soluzione di metà delle cose, che gli enti chiedono, si risolve con un bellissimo certificato di nascita!

Comunque ora vorrei parlare di una delle possibilità, una di quelle proprio di cui nessuno ti parla, quando resti incinta, che ti permette di non scegliere se stare a casa o tornare a lavoro perché prenderesti solo il 30% dello stipendio (grazie Stato che ti aspetti che a 3 mesi dopo la nascita del pupo io prenda la decisione se restare a casa, per un tempo più accettabile, o se ho bisogno di soldi per mangiare e quindi rientrare subito).

L’allattamento a rischio

Parliamo dell’allattamento a rischio, viene richiesto tramite il proprio datore di lavoro , tramite Ispettorato del Lavoro del vostro comune.
Non tramite Inps, come per la maternità obbligatoria o facoltativa (ne riparleremo, approfondiremo il più possibile tutte le opzioni); dura fino al 7o mese di vita del bambino e avete la possibilità di essere spostate di mansione, mantenendo il vostro stipendio, o addirittura di restare a casa con appunto il 100% dello stipendio.

Io ho scoperto questa informazione per puro caso, parlando con una collega, nessuno ne ha fatto cenno per tutta la gravidanza, l’ho scoperto dopo aver partorito!
E volete sapere qual è l’altra cosa divertente? Che se cercate informazioni su internet se ne trovano poche, e sembra, di primo impatto, che serva chissà che cosa per riuscire a farne domanda, e invece non è così.

Comunque, dopo che l’Ispettorato del Lavoro avrà accertato che potete usufruire di questo “prolungamento dell’obbligatoria”, allora basterà comunicarlo all’Inps, e al datore di lavoro.
Nel mio caso se ne è occupata l’impiegata delle risorse umane del mio ufficio e mi ha fatto, gentilmente, da ponte per ottenere l’approvazione.

A fine articolo vi lascio due link utili, uno in cui viene spiegato come funziona, meglio di come lo spiegherei io, e l’altro è il link dove reperire il documento da scaricare;
intanto però vi accenno la cosa: se vi state chiedendo se va a cozzare con la maternità facoltativa, la risposta è NO, potete tranquillamente prima chiedere l’allattamento a rischio e poi usufruire della facoltativa, richiedendola secondo sistema (ma di questo ne parliamo un’altra volta), e serviranno il certificato di nascita del bimbo/a o autocertificazione e la dichiarazione da parte del vostro datore di lavoro che indica cosa potete o non potete fare a lavoro.

Sperando che anche solo in parte via siano utili queste informazioni, vi lascio i link che vi dicevo qui di seguito.
La prossima volta parleremo degli altri tipi di maternità e come si può richiederne una piuttosto che un’altra.


Link di spiegazione
Link del documento

Marvy

2 Risposte a “Maternità – “Allattamento a Rischio””

    1. Sono contenta di aver fatto un po’ di informazione utile. Mi fa piacere sapere che almeno una persona in più ha scoperto questa cosa.
      Ti dirò di più, mi sono giunte altre informazioni proprio riguardo questo argomento!
      Dettagli forniti dall’INPS, non da uno sconosciuto sotto casa.
      Praticamente ci si sta passando informazioni a metà tra enti stessi, e tra donne non sappiamo più di cosa parliamo praticamente!
      Vi aggiornerò.
      Non so se qua o sul mio profilo Instagram ma lo farò.

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